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Dopo la pandemia di coronavirus, l’OMS vuole avere più influenza. Per questo motivo è in corso la revisione delle cosiddette «norme sanitarie internazionali». È in corso di trattative anche un accordo dell’OMS sulle pandemie, contenente nuove regole che hanno la precedenza sulle leggi nazionali. L’OMS vuole che gli Stati aderiscano a queste norme: l’accordo non permette alcuna deroga. Di fatto, avrebbe carattere di legge, perché la legge svizzera sulle epidemie stabilisce che le linee guida dell’OMS devono essere seguite (art. 4 cpv. 2 LEp). Una tale ingerenza diretta dell’OMS nella politica svizzera deve essere respinta.
L’OMS propugna un diritto fondamentale alla «migliore salute possibile». La salute dei cittadini dovrebbe essere responsabilità dello Stato e del governo. Le autorità dovrebbero emanare misure e fare prevenzione. Oggi ognuno è responsabile della propria salute. In futuro, la responsabilità personale sarebbe esautorata: le autorità dovrebbero arantire che tutti si comportino correttamente, mangino cibi sani ed evitino prodotti nocivi.
Sì, con questo patto ogni Stato contraente si impegna a garantire un monitoraggio di tutti i rischi per la salute pubblica. A questo scopo dovranno essere creati nuovi enti. L’autorizzazione di nuovi farmaci sarà accelerata. Le autorità dovranno promuovere l’accettazione dei vaccini e fornire un indennizzo finanziario per le lesioni da vaccino. Dovranno poi influenzare la comunicazione pubblica, confutare le voci critiche e combattere «le informazioni false e fuorvianti o la disinformazione». Ciò è indegno di una democrazia: in Svizzera ognuno deve potersi formare la propria opinione. A che le voci critiche sono importanti.
No. La Svizzera funziona in modo completamente diverso dagli altri paesi. Nella politica sanitaria, molte competenze spettano ai cantoni e ai comuni. In futuro, quest’ultimi non avrebbero, più molta voce in capitolo. Le tensioni sono prevedibili. Un patto pandemico limiterebbe la democrazia diretta. La Svizzera diventerebbe dipendente da decisioni dell’OMS che non possiamo influenzare direttamente.
Sì, l’OMS vuole che gli Stati si attengano agli accordi. L’accordo afferma chiaramente che «non sono ammesse deroghe». In materia di sanità, rischiamo di essere messi sotto tutela e di veder limitati i nostri diritti di partecipazione democratica – anche se il Consiglio federale relativizza questo aspetto. In caso di future pandemie, in Svizzera si applicherebbero ancora più restrizioni di quante sono state finora il caso. Queste includono anche norme come l’obbligo di indossare mascherine, l’obbligo di vaccinazione, ecc..
Il coordinamento a livello internazionale è importante. Ma questo esiste già oggi. La Svizzera è membro fondatore dell’OMS e ospita la sua sede a Ginevra. Oggi l’OMS conta oltre 7.000 dipendenti. Ma c’è una grande differenza tra lo scambio di informazioni e l’ingerenza diretta nella politica. Le regole sovraordinate dell’OMS vanno quindi rifiutate da un punto di vista democratico.